[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quante volte ci è capitato di sentire emozioni e sensazioni diverse e ambivalenti riguardo la stessa persona o uno stesso episodio della nostra vita?
Come è possibile che nonostante siamo un unico organismo bio-psico-sociale, quindi fatto di natura, mente e storia sperimentiamo spesso conflitti, incertezze e ambiguità?
Per qualcuno l’ambivalenza e l’indecisione sono una costante del proprio modo di essere al mondo, per altri, invece, sono sinonimo di debolezza, insicurezza perché “bisogna avere le idee chiare ed esser coerenti”.
Ebbene nel mondo delle emozioni e all’interno della nostra psicologia niente è più fuorviante di vedersi come un’unica realtà, definita, rigida e coerente.
Il conflitto può scatenarsi anche tra diverse polarità o parti di noi: come sarebbe immaginare di esser fatti di diverse parti come fossimo un puzzle o un mosaico?
Che significa concepire una popolazione di sè invece che un Sè unico e indivisibile?
Quanti di noi si sentono unici e uguali in ogni situazione e con ogni persona?
E’ forse comprensibile accettare diverse sfumature e parti di noi (il sè felice e curioso, il sè triste e malinconico, il sè rigido e normativo, il sè creativo e divergente e via di seguito)?
Il dialogo interno facilitato e promosso dallo psicoterapeuta mira a render familiare il contatto con le diverse parti di noi che vogliono, sentono e desiderano cose legittimamente diverse.
La psicoterapia diventa pertanto un percorso di conoscenza ed esplorazione delle molteplici sfumature della nostra persona e del nostro modo di vivere e sentire.
Non c’è nulla da cambiare se prima non accettiamo e osserviamo il nostro modo di essere.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]